
Si parte proprio dai vestiti, con l'introduzione di tutta una serie di parole, corrispondenti a modalità e capi d'abbigliamento, che ci raccontano meglio usi e costumi dell'epoca, soprattutto in chiave di lettura spagnola, perché Lucrezia, come si sa è figlia del valenziano cardinale Rodrigo diventato poi Papa Alessandro VI. Mille particolari e mille curiosità hanno fatto parte della serata, documentata anche da slides, a cominciare dall'introduzione di una schiava nera, una bambina che regge il velo di Lucrezia sposa (in occasione delle sue prime nozze con il "parente povero" degli Sforza, ovvero quel Giovanni da Pesaro. Gli schiavi di colore erano stati regalati qualche anno prima al padre di Lucrezia e Isabella d'Este (più volte indicata come la "influencer" dell'epoca) ne pretende alcuni scurissimi che più scuri non si può! Ci furono molte pubblicazioni dell'epoca , soprattutto diari e cronologie che parlano del guardaroba di Lucrezia, della "rensa", una tela finissima, dei copricapi che usava, denominati "rodeo" o "rollo", della brocchetta, una spilla che teneva in genere sulla spalla sinistra. La Gnignera ha posto l'accento anche su come la pittura e gli artisti influenzassero la moda dell'epoca, come è successo per la decorazione "a vinci", sdoganata da Beatrice d'Este nell'abbigliamento. Per altro questo particolare è utile agli studiosi anche per il processo contrario, ovvero datare le immagini in relazione all'uso dei decori.
