 Prima foto: delle dita che accarezzano con amore le corde di un violino. Seconda foto: un abbraccio stretto stretto tra il musicista e il suo strumento. E una frase: “Imbraccio il violino e vedo quattro corde in prospettiva che sembrano una strada perfetta, quasi magica... E quando le dita la percorrono, sono le emozioni a portarci, attraverso sentieri invisibili, in ogni luogo dell'anima”. Certe volte quando parlo di Marco Santini mi chiedo se riesco ad essere obiettiva. Se riesco, cioè, nonostante tutto l'affetto che nutro nei confronti di questo ragazzo, a riconoscere pregi e soprattutto difetti. Poi mi guardo intorno e vedo le facce estasiate degli spettatori ai suoi concerti, le risposte entusiaste che ha raccolto in tutto il mondo, l'invito del Papa, le iniziative che riesce a inventarsi per amore della musica... e allora penso: “No, no, non sono io che vedo cose che non esistono solo per affetto! Ho proprio un amico grande oltre che un grande amico!”. La prima volta che l'ho sentito suonare me lo ricordo come se fosse stato ieri, eppure sono passati decenni... io che pur amavo già la musica, me la sono sentita entrare sotto la pelle, mentre brividi di emozioni forti percorrevano la schiena. E mi ricordo anche il pezzo che Marco stava suonando... la colonna sonora del film “La leggenda del pianista sull'oceano” di Ennio Morricone. Oggi invece... Beh oggi c'è la sua “Opera Prima”, il suo primo cd “Op. 1”, con le sue composizioni, a cominciare da “Il Cristo delle Marche”, che ho avuto modo di ascoltare in anteprima, quando non aveva un nome, anzi se ne cercava uno e Marco aveva chiesto una mano agli amici. Poi è arrivata la statua di Nazzareno Rocchetti a Cingoli e la prima esibizione pubblica per l'inaugurazione e... il nome! Grazie a Marco ho conosciuto uno strumento che non avevo mai visto né sentito prima, quell'erhu che erroneamente viene chiamato “violino cinese” e forse solo per l'origine. L'ha portato nelle Marche una sua collega del Celeste Impero, anche lei appartenente alla Mannheimer Ensemble, orchestra d'archi che Marco ha fondato nel 2005 con i compagni di Università, tutti giovani talenti provenienti da ogni parte del pianeta e con i quali, come violino solista, ha fatto il giro del globo, così come con la tournée tra le associazioni di Marchigiani nel mondo, insieme alla sorella Lucia, con la quale forma un duo affiatato e consolidato. Difficile dire ora di Marco Santini qualcosa che non si conosca già, certo il suo amore per la musica è grande e non è soltanto l'abbraccio con il suo violino e il trasporto con cui lo percorre ogni volta che suona, a testimoniarlo, ma il grande divertimento con cui, ora che si dedica alla composizione, inventa, sperimenta, crea, a volte mescolando il sacro con il profano, così come è successo nel concerto per le Giornate FAI di Primavera a Polverigi dove il Preludio di Bach si è intrecciato a meraviglia con la canzone Brasil. A proposito, quel giorno era la Giornata Europea della Musica Antica, una data scelta proprio perché ricorreva il compleanno di Johann Sebastian Bach. E noi non potevamo avere maniera migliore per celebrarlo! |
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