

Gran bel lavoro, insomma, di sicuro un modo interessante per presentare libri, per invogliare gli spettatori ad acquistare la propria copia, anche per sapere come va a finire il romanzo o per ritrovare quei versi della poesia che ha colpito la nostra attenzione. Due modalità diverse di letteratura, due penne diverse, ma entrambe in grado di aprire mondi, di stuzzicare la fantasia affinché possa spaziare libera, di stimolare il pensiero e di questi tempi non è poca cosa. Alle mille espressioni per interpretare l'amore nei versi di Cesaretti, rispondono le lettere accorate di Remo per Liliana del romanzo di Cardinali, quel soldato Remo che cerca in quell'amore e in quelle stesse parole di nascondersi gli orrori della guerra, della prigionia, del nemico, dello straniero, così diverso eppure così uguale, in una umanità che troppo spesso dimentichiamo. Perché "non c'è guerra peggiore di quella del cuore", così come ha scritto lo stesso Mauro Cesaretti in una delle sue poesie e sono tutte battaglie che si consumano lì, sopra il palco, mentre la storia d'amore tra Remo e Liliana nasce e non ha quasi tempo di respirare, perché sopraggiunge la chiamata alle armi. E siccome gli autori non si sono fatti mancare nulla, c'è anche la ricostruzione del periodo bellico nel territorio, al punto da far chiedere a uno spettatore una specie di appendice, o forse proprio un nuovo spettacolo, con la sola ricostruzione della storia di Jesi del periodo... Già, perché alla fine dello spettacolo i due scrittori hanno preso le loro sedie, si sono portati sul bordo del palcoscenico e con estrema semplicità si sono messi a disposizione del pubblico. Per continuare a raccontare ancora...