
Con la vittoria di Maurizio Pellecchia (cover) e del gruppo The Big Monkey (inediti) è calato il sipario sulla prima edizione del Loud Summer Festival di Agugliano, concorso canoro nazionale per gruppi e solisti che ha visto dieci protagonisti sul palco, tutti agguerriti e pronti a "darsi battaglia". Inevitabili alcune considerazioni a "bocce ferme". Intanto nessuno ha menzionato il piccolo mercatino che accoglieva tutti all'ingresso dello stadio: da una varietà infinita di peperoncini coloratissimi alle bancarelle dell'Equo solidale, fino agli stand enogastronomici con specialità che hanno dispensato profumi e sapori per tutto il paese. Poi, l'aspetto sicuramente da sottolineare e cioè che il Comune di Agugliano c'ha visto giusto nel solleticare la voglia dei più giovani di fare musica. E le sette note si sono moltiplicate nell'aria di due serate particolarmente calde, coniugandosi nei generi musicali più disparati, dal pop melodico al funky, dal rock all'heavy metal. Vedere tanti giovani, così caparbi e decisi a farsi largo a suon di musica, non può che far pensare che l'assessore alle Politiche giovanili del Comune di Agugliano, Matteo Ciuffreda, ha una strada da perseguire, quella che con tanto impegno porterà alla seconda edizione del concorso, con quella sana umiltà che ha contraddistinto il lavoro in prima persona nello scorso fine settimana e in tutto il periodo che è servito per l'organizzazione dell'evento, insieme all'instancabile Andrea Di Sarno.
Forse l'unica pecca, se poi si può parlare di pecca nei loro confronti e non piuttosto di peccato nei confronti altrui, è l'aver dato carta bianca, troppa carta bianca al service e al suo "pacchetto", comprendente: impianto e apparecchiature, ma anche microfoni spenti e strumentazione non fatta funzionare a dovere (tra spie, casse e tutto il resto); un presentatore (?) senza i tempi del palco, dello spettacolo, della musica e... della gara; una parte della giuria (la metà più uno, quindi la maggioranza assoluta).
Per quanto riguarda la gara, da segnalare la voce accattivante di Maurizio Pellecchia, il sound solare dei Big Monkey, la grinta di Barbara Vagnini (che si è fatta molti fans ad Agugliano), la presenza scenica e i bravissimi musicisti del gruppo The Grey (certo, con un cantante un po' troppo "satanico" per la platea, ma sicuramente giusto per il genere musicale) e, last but not least, il piccoletto del gruppo, 16 anni appena, ovvero Jacopo Micantonio, un po' acerbo nella voce (d'altronde l'età...), ma che farà parlare di sé nei prossimi anni e che ha calcato il palcoscenico sicuro e un po' sornione nella sua giacca con lustrini, cimentandosi con onore in pezzi dei big più big di tutti, Frank Sinatra e Percy Sledge. Un po' troppo "agitati" amici e parenti di tutti i partecipanti, tra cantanti e musicisti, tanto che è sembrato di stare nel "dopo Sanremo" e non alla prima edizione del Loud Summer Festival. Ma come dice l'adagio... che se ne parli bene, oppure male, l'importante è che se ne parli!
Ah, una nota per il presentatore, prima di chiudere... "Save the last dance for me" non è un pezzo di Michael Bublé (l'ha coverizzato, come ha fatto Maurizio Pellecchia che semmai ha scelto il medesimo arrangiamento), ma è di Ben E. King and The Drifters (1960).