Certe volte vedi certe immagini in tv o leggi alcune storie sui giornali e pensi che no, non può essere, sono esagerate, certe scene fanno parte dei film e delle fiction. Poi capita che una sera come tante decidi di andare a vedere uno spettacolo in vernacolo a teatro, con la tua amica assessore. Un modo per passare un paio d'ore ridendo di gusto, apprezzando la bravura di alcuni attori che proprio sembrano essere tagliati per fare quel ruolo o quell'altro personaggio... E uscita dal teatro, mentre vai a prendere la macchina parcheggiata, continui a parlare, a fare battute e a ridere. Difficile pensare che magari qualcuno ti abbia già cominciato a seguire da qui. Tu non hai la testa per guardarti intorno sospettosa. E mica vivi nel Bronx! E tra una risata e un ricordo riprendi la strada verso casa, senza nemmeno immaginarti che stai per prenderti lo spavento più grande della tua vita.
Capita così che ti trovi a percorrere una strada di un'unica corsia e a senso unico per lavori in corso e ti capita di avere dietro un imbecille che ti piazza gli abbaglianti sugli occhi. Succede poi che i lavori terminano e tu puoi ritornare nella superstrada a doppia carreggiata con il new jersey che divide la tua dall'altra doppia carreggiata che procede in direzione opposta, ma che non puoi spostarti a destra come il codice della strada vorrebbe, perché l'imbecille di cui sopra ti sta sorpassando proprio da lì. Ma non solo ti sta sorpassando, ma sta stringendoti verso il new jersey per farti andare a sbattere proprio lì, se non hai il controllo della situazione e della macchina, perché lo spavento è tanto! Mentre la mia amica è al volante e cerca di schivare i sorpassi e le strettoie dell'imbecille, mi rendo conto che è un uomo di colore, probabilmente ubriaco, anche perché non ho altre spiegazioni per giustificare un atteggiamento tanto fuori di testa.
Nel frattempo sopraggiungono altre macchine e l'imbecille, sempre quello di cui sopra, accelera e si allontana. Io e la mia amica ci guardiamo in faccia e tiriamo fuori i primi commenti: "Ma è matto? Hai visto cosa ha fatto? Accidenti che paura!"...
Ma non era finita. Dietro una curva, appena fuori della galleria sotto il cimitero di Tavernelle (AN), all'altezza di un distributore di benzina, riecco l'imbecille fermo di lato sulla strada. Ci stava aspettando. Come ci avviciniamo ci taglia la strada e ricomincia il gioco di prima, ci affianca prima a destra e poi a sinistra e ci stringe, ora verso il new jersey di mezzo, ora verso il guard-rail di destra. La mia amica continua a giostrarsi alla guida, io prendo il cellulare, lo tengo alto, in modo che sia visibile mentre digito "113", nel frattempo ci siamo appuntate il numero di targa. Un altro paio di numeri da circo, poi arrivano molte altre auto e con una brusca accelerata questo imbecille se ne va di gran carriera, non prima di aver urlato qualcosa che ovviamente non abbiamo capito.
Il cuore in gola, l'adrenalina che scorre a fiumi nelle vene, la razionalità che ti dice che poteva andare peggio. Cambiamo strada, prendendo la prima uscita utile. Per tornare a casa prendiamo un'altra via e nel frattempo ragioniamo su quanto accaduto. Certo, per esorcizzare il tutto abbiamo cominciato a fare battute e a ridere. Ma quell'ironia nervosa, in realtà, ti serve solo a dare respiro al cervello che in quei pochi minuti ha compiuto peripezie infinite, andando a mille. E poi cominciano i se... Se solo non avessimo avuto una reazione razionale, se solo al posto nostro ci fossero state altre persone, magari ragazze, giovani e neopatentate, o anziane e che si fossero lasciate andare alla paura per le azioni di un pazzo del genere. Se solo non fossero passate altre auto, magari poteva anche costringerti a scendere dopo averti fatto sbattere contro il guard-rail e poteva essere armato e per niente potevi rimetterci la vita, solo perché quello, magari musulmano, da quando sta in Italia ha scoperto di amare alcool e vino! E il pensiero va inevitabilmente a questo nostro Paese così garantista, ma dalla parte sbagliata. Non penserei mai di uccidere un essere umano, nemmeno per difendermi. Non ne sarei proprio capace, ma... perché non posso usare, ad esempio, uno spray al peperoncino? O magari uno di quegli apparecchietti che danno una scarica elettrica che ti allontana il problema. Forse in certe situazioni non serviranno a niente, ma perché vietarli? Chi ci pensa alle donne in questo momento in cui abbiamo spalancato le porte agli extracomunitari e pure i locali sembrano essersi giocati il cervello a dadi? Io non sono razzista, non lo sono mai stata e non riusciranno mai a farmici diventare. Sono contro i delinquenti, di qualsiasi razza e colore. Sono contro coloro che mancano di rispetto a qualsiasi livello, a qualsiasi umano, animale o cosa, in virtù del loro cervello irragionevole. Ma soprattutto sono contro chi ha permesso a questa società di arrivare a questo punto, sono contro chi pensa che la libertà debba avere un limite, che non è quello del rispetto, ma magari quello di non mettere la minigonna per non istigare alla violenza. Forse è proprio arrivato il momento di ripensare e ripensarci...