No, Pablo Picasso non si discute, si ama! Può sembrare tutto così scontato, anche una frase fatta, ma non ci sono altre regole, nessuna possibilità di chiudere quella bocca che resta spalancata dallo stupore, a maggior ragione a Milano, nella mostra di Palazzo Reale "Pablo Picasso – Metamorfosi", curata da Pascale Picard. Proprio in questa esposizione molto si concentra intorno alla figura del Minotauro, figura fondamentale, d'altronde lui stesso aveva dichiarato che "Se tutte le tappe della mia vita potessero essere rappresentate come punti su una mappa e unite con una linea, il risultato sarebbe la figura del Minotauro".
Mito e antichità in mezzo a tanti esempi e alle mille trasformazioni (circa 200 in tutto): il grande artista spagnolo si è cimentato in quadri, sculture, bozzetti, mostrando che prima che essere rivisitazione, metamorfosi, mutazione, alterazione, la sua è Arte. E questo avviene in ogni singola opera, anche per la piccola porzione (cinquanta all'incirca i suoi capolavori) dell'esposizione lombarda. Proprio qui lo si ritrova scultore con lavori e materiali diversissimi tra loro, pittore, con tecniche e colori diversi, anche il bianco e nero del carboncino. E la meraviglia è che Picasso è sempre distinguibile, anzi forse sarebbe proprio meglio utilizzare l'aggettivo "inconfondibile", molto più appropriato quando si parla della sua arte. Come già affermato, a Milano c'è tutto il mito del Minotauro, ma c'è anche l'amore per le donne che in lui non è mai venuto meno, ci sono i "termini di paragone" antichi, quei reperti tra piatti, vasi, statuette che arrivano da un tempo così lontano da aver preceduto la nascita di Cristo di alcuni millenni capaci di costituire un'ispirazione. E Picasso si è cimentato in tutto, con la sua chiave di lettura, con il suo modo di essere artista fra gli artisti, con la sua interpretazione del passato e del suo presente.
Mito e antichità in mezzo a tanti esempi e alle mille trasformazioni (circa 200 in tutto): il grande artista spagnolo si è cimentato in quadri, sculture, bozzetti, mostrando che prima che essere rivisitazione, metamorfosi, mutazione, alterazione, la sua è Arte. E questo avviene in ogni singola opera, anche per la piccola porzione (cinquanta all'incirca i suoi capolavori) dell'esposizione lombarda. Proprio qui lo si ritrova scultore con lavori e materiali diversissimi tra loro, pittore, con tecniche e colori diversi, anche il bianco e nero del carboncino. E la meraviglia è che Picasso è sempre distinguibile, anzi forse sarebbe proprio meglio utilizzare l'aggettivo "inconfondibile", molto più appropriato quando si parla della sua arte. Come già affermato, a Milano c'è tutto il mito del Minotauro, ma c'è anche l'amore per le donne che in lui non è mai venuto meno, ci sono i "termini di paragone" antichi, quei reperti tra piatti, vasi, statuette che arrivano da un tempo così lontano da aver preceduto la nascita di Cristo di alcuni millenni capaci di costituire un'ispirazione. E Picasso si è cimentato in tutto, con la sua chiave di lettura, con il suo modo di essere artista fra gli artisti, con la sua interpretazione del passato e del suo presente.
Il percorso è articolato in sei sezioni: 1. Mitologia del bacio - Ingres, Rodin, Picasso; 2. Arianna tra Minotauro e Fauno; 3. Alla Fonte dell'Antico - Il Louvre; 4. Il Louvre di Picasso: tra greci, etruschi e iberici; 5. Antropologia dell'antico; 6. L'antichità delle metamorfosi. Evidente il tentativo di mettere in mostra l'ispirazione delle opere di Picasso, ma al tempo stesso anche i meccanismi. E sembra quasi di vederlo, quest'ometto di appena un metro e 63 centimetri, i capelli bianchi, così come siamo abituati a vederlo in molte delle sue fotografie, con quella sua adorata maglia a righe orizzontali, gli occhi scuri e curiosi, mentre si aggira per le sale, mentre cattura con lo sguardo vispo ogni particolare. Quasi un folletto, un grande artista folletto, immenso nelle sue trasformazioni e immenso nell'aver saputo mostrare tutta la grandezza della sua arte, lasciando tracce visibili che del corpo umano conosceva tutto ed era in grado di tracciare disegni con il carboncino facilmente paragonabili a Michelangelo nel loro essere classici, ma di aver rinunciato al Bello preferendogli la trasformazione con il suo stile unico, pur se nell'ambito di correnti cubiste e surrealiste di cui faceva parte. Amico di artisti con cui ha condiviso molto, non ha mai mancato i grandi appuntamenti con l'arte, sin da giovane. Ed è stata la sua vita a 360 gradi, insieme alle donne e al Minotauro. Grande tra i ceramisti, grande tra gli scultori e in tutti i materiali che ha potuto e voluto usare, dal pennello al carboncino, dal legno al metallo a materiali diversi fra loro, nei quali intravedeva comunque una luce.
Sì, è solo una piccola porzione di tutta la produzione artistica di Picasso, ma è comunque capace di lasciarti senza fiato. Perché nessuno è come lui.
Sì, è solo una piccola porzione di tutta la produzione artistica di Picasso, ma è comunque capace di lasciarti senza fiato. Perché nessuno è come lui.
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