
L'Optimus Princeps, come fu definito da storici e dai suoi contemporanei, per il suo essere illuminato e per le sue innumerevoli caratteristiche positive, sarà celebrato a Roma con una mostra che si inaugurerà il prossimo 29 novembre ai Mercati di Traiano, nell'area dei Fori Imperiali dal titolo "Traiano. Costruire l'Impero, creare l'Europa" e che resterà aperta al pubblico fino al 16 settembre 2018. Tutto il materiale esposto (tra ritratti, statue, calchi della Colonna Traiana, monete, ecc.) riporterà la grandezza dell'imperatore come condottiero e soldato (lo fu fino all'ultimo istante, visto che morì in guerra, ma non per mano del nemico, quanto perché si ammalò dopo essere stato a lungo sotto la pioggia), ma soprattutto come costruttore a 360 gradi: infrastrutture, incentivi economici, opere architettoniche e programma di welfare, la sua visione fu totale e illuminata.
Non solo Roma, ma anche Ancona ha voluto ricordare colui che fu il realizzatore del porto ove prima c'era solo una baia (come Portonovo), con "Sulle tracce di Traiano. Storia della fondazione del porto di Ancona", una conferenza avvenuta proprio nel giorno della ricorrenza della sua morte e soprattutto nella parte del porto che lui pensò e realizzò per la città, quel porto antico diventato ormai quasi il salotto buono, con le strutture ben organizzate del Ti Ci Porto. Perché "Se dici Traiano dici Ancona", come ha ricordato il presidente dell'Autorità del sistema portuale del mare Adriatico centrale, Rodolfo Giampieri, "l'imperatore che ha messo in pratica la natura di Ancona di essere Porta d'Oriente". E Traiano è "un simbolo che ci ha lasciato un simbolo, quell'arco imperiale che si staglia verso il cielo", come ha ribadito l'assessore comunale alla Cultura, Paolo Marasca. Una città-porto o un porto-città, come hanno voluto sottolineare, nei saluti, le autorità che in realtà cambia poco rispetto alla vocazione che Traiano ha saputo suggerire. Ma chi era Traiano? Se lo è chiesto il prof. Antonio Lucarini, raccontando che "aveva un legame fortissimo con Ancona, città che ha segnato e che continua a segnare, anche se non se ne ha coscienza". Sottolinea che lo slancio verso l'alto dell'arco imperiale che ci ha lasciato, ormai spoglio e privo di ogni orpello, ma sempre a lui dedicato, è lo stesso slancio verso l'alto che ha la città, una "verticalità di questa stranissima città sul mare". Parlando dell'imperatore, Lucarini sottolinea che "era originalissimo! Nato nel 53 d.C. a Italica, città nei pressi dell'attuale Siviglia, apparteneva a una famiglia che in realtà era di Todi, anzi qualche parente non si spostò mai dalla cittadina umbra, tanto che anche la città di nascita di Traiano si presta a diverse interpretazioni, ma questo succede anche per il suo matrimonio con Plotina che si dice fu un matrimonio in bianco. Fu una figura che segnò il punto massimo dell'impero romano, assestandolo fino a 6,5 milioni di chilometri quadrati. Non solo un potere in termini di territorio, ma anche in argento e oro di cui era ricca ad esempio la Dacia (attuale Romania), contro la quale fu impegnato per due volte in contrasto con il loro capo Decebalo. Traiano fu il primo imperatore (l'unico?) che lasciò in attivo le casse dello Stato (e anche di questi tempi, non solo ai tempi dei Romani, sembra un miracolo). Durante il suo regno la moneta non aveva valore nominale, ma reale, secondo il peso del metallo prezioso con cui veniva realizzata. Altro particolare, non perseguitò i cristiani tanto per fare: li teneva d'occhio certo, costituivano una specie di minaccia per l'impero romano, ma aveva il massimo rispetto per la religione. Dopo Lucarini, è toccato a Giuseppe Barbone, con il suo sunto di un saggio di 120 pagine tutto incentrato sullo stemma di Ancona e sul suo misterioso cavaliere. Ma prima di arrivare a questo, tutti concentrati sull'arco imperiale, un arco onorario dedicato a Traiano dal Senato romano tra il dicembre 114 e il dicembre 115. Fu costruito sopra una scogliera che scendeva dal colle Guasco e poggia su una fondazione ottagonale con blocchi di pietra del Conero (roccia calcarea) su cui furono poggiate lastre di travertino e il marmo dell'arco proveniente probabilmente dalla Turchia. Apparato decorativo è la parte più interessante in assoluto, perché l'arco fu danneggiato e saccheggiato nei secoli, per cui non restano assolutamente tracce di statue. Eppure, ritrovamenti a mare (frammenti di zampe di cavallo in bronzo finemente lavorato) e segni posti sul piano alto (attico) dell'arco, lasciano pensare che ci fossero un monumento equestre centrale e altre due state di fianco. Secondo alcune indicazioni dell'arch. Jacopo Fontana (seconda metà del Cinquecento), sopra l'arco si trovava la statua di un cavallo con in sella l'imperatore Traiano, con la spada sguainata verso la Dalmazia. "L'eredità simbolica lasciata ad Ancona da Traiano, quindi - ha affermato Barbone -è questo mito del sovrano a cavallo, che doveva risultare sempre vincitore. Se ne trova conferma anche nei sesterzi romani dove c'è una figura simile, anche se la consunzione non chiarisce se si tratti di una spada o di una lancia". In pratica, quindi, sopra l'arco di Traiano, c'era la sua statua a cavallo al centro con Plotina, sua moglie, a destra e Marciana, sua sorella, a sinistra. Un omaggio a tutto tondo per l'imperatore. "Un altro particolare - ha concluso Barbone - solo il cavaliere dello stemma di Ancona è in bronzo dorato, tutti gli altri sono argento. Questo non può che essere un chiaro riferimento alla statua di Traiano. Quindi, mettiamoci il cuore in pace: nello stemma di Ancona, c'è Traiano". Ironico e interessante come sempre, il prof. Rodolfo Bersaglia ha concluso l'appuntamento su Traiano, mettendo sul piatto della bilancia molti altri dubbi. Le statue sopra l'arco, per esempio: Traiano, Plotina e Marciana o, come in molti altri porti, Nettuno, Mercurio e Palemone Porturno (Palemone per i greci e Porturno per i romani era il dio dei porti e delle porte). Parlando di architettura traianea e di Apollodoro da Damasco, architetto militare e civile a cui furono attribuiti anche il porto e l'arco di Ancona, Bersaglia ha analizzato altri archi traianei in Italia e non solo: è arrivato agli oltre 40 metri della Colonna Traiana, di cui 30 circa sono scolpiti orizzontalmente con 2.500 soggetti in 155 scene per un totale di 200 metri di fregio istoriato che si arrotola intorno al fusto per 23 volte. Le scene che riguardano Ancona dovrebbero essere la 58 e la 59. Soprattutto la 59, con la partenza delle navi dal porto per la seconda delle guerre in Dacia. Ma è davvero Ancona quella città sul colle? O è forse Brindisi? Difficile dirlo, finché non si saranno fatte altre scoperte. Di certo Traiano stava scrivendo la sua biografia, ma sopraggiunse la morte e tutto andò perduto...