E' simpatico, spontaneo, con un background difficile, ma che sicuramente lo ha reso più forte, in una ricerca costante dell'amore, nel bisogno forte di essere ricordato. Personalità semplice eppure molto complessa quella di Gino Cortucci, scrittore che ha scelto la formula di brevi racconti autobiografici per raccontarci la sua vita nel libro "Le scarpe del tuo numero" e di pensieri flash, o più lunghi e articolati, in cui si celano la sua filosofia e i suoi modi di vedere la vita, l'amore, i sentimenti, le emozioni, l'umanità. Non senza saggezza e spunti di riflessione. Tutto questo nel nuovo libro, appena uscito, che si intitola "Se lo sapevo prima".
Solo il “diluvio universale” caduto su Ancona a inizio mese poteva far sì che la prevista presentazione dei suoi libri saltasse. Beh, non proprio saltasse, diciamo fosse semplicemente post-datata... dal 6 al 23 agosto, serata nella quale, finalmente, è stato possibile scoprirlo davanti a un pubblico. Lo spazio del TiciPorto, al porto antico di Ancona, a Gino dedicato per una sera, dopo un tramonto da favola, si è riempito subito della voce di Luca Violini, attore e doppiatore marchigiano che a più riprese ha letto brani tratti dai due libri di Gino Cortucci. Tra una lettura e l'altra, sopra un palco, l'autore si è raccontato, come scrittore e come uomo, non senza emozione, o senza risparmiare al numeroso pubblico presente, battute, ricordi e condivisione di pezzetti di vita. D’altronde egli stesso parla del suo primo libro come “la sua vita” e del secondo come “i suoi pensieri”. Tutto rigorosamente messo su carta.
Un uomo di altri tempi, ma anche di questi tempi; di gusti semplici, ma nemmeno tanto; forte nei suoi pensieri e fragile nel suo essere umano. Sono tutte le contraddizioni che emergono dalla lettura e che, al tempo stesso, creano le sue sfaccettature. Romantico, disponibile, a volte leggero e delicato, sicuramente curioso, a tratti divertente (è arrivato a immaginare Michelangelo e Raffaello ai nostri tempi, che avrebbero sicuramente ricevuto la richiesta di esibire le fatture dei materiali e la provenienza di marmi, colori e pennelli!!!), a volte sorprendente nelle sue osservazioni in grado di strappare consensi da parte dei lettori che, riflettendo, non possono non riconoscere di essere veramente derisi dai nuovi messaggi della pubblicità che sminuiscono il valore dell’umanità se non possiede… o se non usa… o se fa a meno di… in nome di una omologazione decisamente triste.
Dice Cortucci: “La pubblicità è il tormento di questa società… I messaggi sono spesso irritanti: Fatti furbo… Approfitta dell’occasione… Aggiornati… Per pochi ma non per tutti…”. E sottolinea che se la pubblicità ti considera uno sprovveduto (termine edulcorato rispetto all’originale), perché dovresti comprare certi prodotti? E come si può dargli torto? Normale arrabbiarsi per l’essere trattati da idioti direttamente dai messaggi pubblicitari, con i creativi ormai diretti, a spron battuto, verso questa ultima frontiera del “totalmente esplicito”, rispetto al subliminale di un tempo. Ci spingono a considerarci meno perché non si possiede determinati prodotti… e alla fine indignarsi è un buon suggerimento da parte di Gino Cortucci: mentre tutto il mondo sorvola, ci passa sopra perché magari non vi ha prestato nemmeno attenzione, il nostro scrittore dimostra così di essere molto attento.
Insomma pensieri, riflessioni, piccoli racconti autobiografici e sicuramente la grande necessità di un amore vero, serio, una storia importante con cui dividere tutto questo, insieme ad ogni singolo istante di vita, visto che fin qui non è stato poi così fortunato in amore. Di una cosa però siamo sicuri: un grande tesoro ce l’ha e sono le due figlie, Valentina e Claudia. Lo accompagnano, lo curano, lo assistono, lo supportano, lo elogiano, riescono a salire anche su un palco per il loro papà… in una parola: lo adorano!