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"Tutte le notti sono una", anteprima nazionale all'Ariston

29/10/2022

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Emozione… Sembra una parola così piccola e stretta se paragonata a quell'interminabile e intensissimo brivido che per tutto il tempo è sceso dal palcoscenico, ha fatto il giro della platea ed è tornato indietro alle tre attrici che impersonavano Sara, Rebecca e Romina. Anteprima nazionale di "Tutte le notti sono una" al Teatro Ariston di Agugliano (AN): un atto unico scritto da Massimo Natale, in collaborazione con Mary Griffo ed Ennio Speranza.
Tre donne con le loro storie, trattenute in un limbo dove si raccontano, tre angeli con le ali spezzate dalla crudeltà di uomini che non le amavano affatto, tre anime disperate e incredule, al punto da non ricordare, da non voler ricordare, cosa è realmente successo, tre vittime della violenza di genere. E nelle loro parole, man mano, si dipanano vissuti, incontri, storie d'amore, o almeno così  credevano che fosse. Sono uomini diversi quelli che hanno conosciuto, di cui si sono innamorate, pieni di attenzioni, di frasi a effetto, di regali. Se li sposano anche, o vanno a viverci insieme. A volte sono così bugiardi quei loro amori, che il primo schiaffo arriva come un fulmine a ciel sereno.
​Uno scossone, certo, ma poi, si sa, sono le donne che si mettono sempre in discussione, perdonano per amore, credono che la gelosia sia il sale di un rapporto, pensano che gli uomini possano cambiare, che quello schiaffo è stato solo l'errore di una volta, percepiscono un allarme che suona, ma fanno finta di niente, incredule che possa essere davvero una giusta percezione di pericolo.

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​E quelle tre donne, lì, sul palco del Teatro Ariston di Agugliano, come tutte le altre perdonano, si prendono colpe che non hanno, si rifiutano di ascoltare pareri e consigli di chi le ama davvero, come una figlia, una sorella… Sì, è vero, sono storie di tutti i giorni, ma che non possono dare assuefazione, perché sono talmente drammatiche e crudeli da togliere il fiato! Non si può  rispondere con la violenza all'amore, non si può uccidere se un amore finisce, non si possono utilizzare mezzi subdoli per sottomettere qualcuno. È per un'ulteriore opera di sensibilizzazione contro la violenza di genere che il giovane regista Armando Fusco ha deciso di portare in giro per l'Italia questo atto unico, in anteprima nazionale ad Agugliano grazie alla volontà e all'impegno dell’Amministrazione comunale (Sindaco Thomas Braconi e Assessore alla Cultura Silvana Salati in primis) e del Centro Opere Parrocchiali ANSPI. Un lavoro che nasce per essere un monologo e poi si trasforma, ma che acquista ritmo, consistenza, movimento, intensità con le attrici, tutte e tre bravissime, Patrizia Casagrande (Sara), Jacqueline Ferry (Romina) e Valeria Zazzaretta (Rebecca). Un testo che si trasforma in emozione pura, cuore in gola, solidarietà, condivisione. E sarà perché quella di Agugliano è stata la prima rappresentazione, il debutto con il pubblico, fatto sta che è stato bello vedere gli occhi lucidi delle tre attrici, le loro voci tremare di emozione, il pianto che saliva dalla gola: ci piace pensare che pur nell'intensità della performance, pur nelle loro indiscutibili capacita recitative, abbiano fatto parlare il cuore, siano state anche loro profondamente toccate da queste storie che hanno raccontato, utilizzando le parole vere della cronaca quotidiana di ordinaria follia di questo fenomeno devastante, che registra una donna persa ogni 72 ore.
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​Questo lavoro teatrale che parte da Agugliano avrà una movimentata prima parte della tournée che toccherà numerose città italiane (Loreto, Ascoli Piceno, Monza, Napoli, Caserta, Roma, Palermo...) fino a giungere a Milano il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza di genere.
Per Agugliano e solo per Agugliano è stato previsto un secondo atto di musica e voci meravigliose. Accompagnati dai musicisti  Matteo Lentinio, Graziano Ranalli e anche dal Maestro Marco Falagiani, le performance di Erika Franceschini, Valentina Galasso e David Mazzoni hanno riempito l'atmosfera di note, calore, leggerezza, un antidoto perfetto e non scontato alle parole dure della violenza.
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    Giornalista con una grande voglia di scrivere, anche per rendere giustizia a una professione che per pochi è rimasta una missione di servizio al lettore-cittadino-ascoltatore-telespettatore-utente. E poi sono una voce. Nel senso di speaker.


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