Visitare la mostra "La Devota Bellezza", allestita nella sua cittadina di nascita (Sassoferrato, appunto), al piano terra di Palazzo degli Scalzi di piazza Gramsci, ti lascia gli occhi carichi di stelle, perché non è possibile non amarlo già al primo impatto e non ammirare le sue incredibili capacità. E scopri, sala dopo sala, che non c'era titolo migliore per questa mostra a lui dedicata: lui, noto anche come "il pittore delle Madonne", è stato capace di fare arrivare a noi dipinti di una bellezza unica. Fanno parte dell'esposizione di Sassoferrato molti dei suoi disegni preparatori, la maggior parte dei quali appartenenti alla Regina Elisabetta II e alla sua famiglia e conservati nella Collezione reale del Castello di Windsor (sono ventuno i disegni prestati dalla Casa Reale inglese alla mostra). Si ritrovano, in questi cartoncini dai colori tenui, disegni a matita realizzati sopra le famose "scacchettature" che servivano poi per essere precisi nel riportare quei disegni sulla tela. Ed è molto interessante vedere i disegni e poi le tele realizzate da quelle "idee a matita". Addirittura di uno stesso quadro sono presenti, nell'esposizione di Sassoferrato, un definitivo e un altro non completato, stesso soggetto. In quello incompiuto è possibile proprio vedere non solo le pennellate abbozzate, i lineamenti del viso accennati, ma anche quegli scacchi che poi dovevano essere ricoperti dal colore.
La sua riscoperta si deve al grande critico d'arte Federico Zeri che ne fu letteralmente conquistato. In un filmato che viene proiettato alla mostra, proveniente dalle teche della RAI, parla proprio del Sassoferrato, raccontando di aver comprato una delle sue meravigliose "Madonne oranti" in un'asta, per pochi spiccioli: erano sì gli Anni Sessanta, ma quel quadro gli costò all'incirca centomila lira! Sorprendente il fatto che avesse colpito proprio lui, ateo convinto, ma evidentemente capace di andare oltre i soggetti e che nell'intervista ha affermato: "Col senno di poi avrei potuto comprarne altre!". La riscoperta del grande artista marchigiano si deve proprio a lui che ha capito di trovarsi di fronte a un grande pittore. E' stato così che è cominciata la grande ricerca non solo per il recupero delle sue opere, ma anche e soprattutto per ricostruire i suoi movimenti e la sua formazione artistica. Di certo è nato nel 1609 a Sassoferrato (AN) e nel 1685 è morto a Roma, dove ha vissuto gran parte della sua vita, si è sposato e ha messo su famiglia. Di certo è stato iniziato all'arte, nei primissimi anni della sua vita, dal padre Tarquinio Salvi, un artista di minor valore, maiolicaio e pittore; di certo ha frequentato lo studio del bolognese Domenichino; di certo ha lavorato su commissione e la testimonianza è data dai ritratti, ma sicuramente per questo motivo avrà anche girato per l'Italia, venendo a contatto con altri pittori e subendo altre influenze. Una cosa è inconfutabile, al di là delle influenze: la sua arte ha una tale forza, una vivacità, una serenità, un'intensità uniche che colpiscono il visitatore e chiunque si ponga davanti alle sue opere. I colori accesi, le forme armoniose, i volti bellissimi, poi, finiscono per conquistare.