Max, che aria tira al "Ruggito del Coniglio"?
"Un'ottima aria, adesso abbiamo anche un nuovo studio. Radio Due ci ha messo a disposizione un nuovo studio che è pieno di ledwall, di innovazioni tecniche, insomma tira una bella aria e noi abbiamo inventato nuovi personaggi, nuove cose, insomma, va discretamente bene"...
Sì, ok, questa è la risposta seria, ma se il momento che viviamo in Italia influenza i tuoi personaggi e i tuoi spettacoli, torno a chiederti, che aria tira al "Ruggito del Coniglio"?
"Ah, beh, per quanto riguarda Asia Argento, quello che può rilasciare, sono ovviamente delle sue suggestioni, quindi... "Io sono un tenero giunco, sono un fiorellino"... va be' tanto è inutile che ti faccio l'imitazione, perché non siamo in radio... quello che dice è che è un tenero fiorellino e che "dopo essere stata cacciata via da XFactor sono stata accolta dalle braccia di Corona ed è stato un vento di passioni, passioni intensissime durate venti - venticinque minuti, ma questo è servito a ritirarmi su, per far capire al pubblico italiano che io sono una persona candida, difatti c'ho una candidosi che lèvate!, io sono in cerca dell'amore, ma quando l'ho trovato lo devo prende, je corro dietro e se lo pio, so' cavoli sua!". Asia Argento poi conclude sempre con una bella canzone d'amore che in questo caso è "Non ho l'età", non ho l'età per amare...".
"Vinicius (du Marones -ndr) cosa può dire? Il momento italiano è abbastanza triste, quindi Vinicius è contento, anzi molto contento, perché quando tira aria di tristezza, il poeta degli oggetti di tristezza è felicissimo. Più tristezza c'è in giro, più ci si ammoscia, più lo spread aumenta... ma in realtà sono anni che cerchiamo di capire che cos'è questo spread, il differenziale, questo, quell'altro, ma nessuno lo sa effettivamente bene, come disse Corrado Guzzanti. Quindi diciamo fra uno spread (che in questo caso possiamo considerare come uno spritz venuto male) e un Manuel Agnelli che ormai parla con la patata in bocca e parla sempre di "percorso dei suoi artisti, un percorso importante", tra un Alessandro Borghese che ci propina delle ricette "improbabili, ma sempre piene di innovazione e di location", l'aria che tira è fredda e io quello che cercherò di fare ad Agugliano dagli amici marchigiani è quello di riscaldare la platea, non solo con i personaggi, ma anche con suggestioni musicali e soprattutto suggestioni emotive, perché lo spettacolo parla molto del complesso delle emozioni. E quale occasione migliore, se non quella di uno spettacolo sull'emotività per parlare delle emozioni, punteggiandole con le canzoni, i miei personaggi, le imitazioni e anche le mie considerazioni. Quindi, ovviamente, ci sono dei momenti in cui sarò molto ottimista. Abbiamo capito che abbiamo avuto dei grandi ottimisti, ma poi l'ottimismo da solo non serve, è una grande molla, ma non serve. La tristezza, diciamo, può servire, infatti lì c'è il povero Vinicius du Marones che ha tratto delle conclusioni: "la tristezza può servire. Perché? Perché se parti dalla tristezza, tutto può migliorare".
Il percorso sarà punteggiato dalla testimonianza di Nikolaj Tekorkov, l'Apicella di Putin, mandato in Italia per virilizzarci. In Italia spesso sentiamo parlare di Putin, non soltanto dai notiziari, ma perché in qualche maniera entra a far parte della nostra quotidianità. Le loro scelte in qualche modo ci condizionano, come un po' quelle americane, diciamo che siamo inevitalbilmente condizionati dalle scelte che molto spesso possono far parte più della commedia dell'arte che della scena politica. Sto parlando anche di Donald Trump, di Jong-un. Possono essere delle bellissime maschere della commedia dell'arte, un po' meno della scena politica mondiale, anche se gli americani sono molto fieri e contenti del loro prodotto. Per quanto mi riguarda, mi fa pensare a certe schifezze che mi portava mio fratello dal Canada e dagli Stati Uniti un po' di anni fa, tipo il formaggio spray, la carne di suino in scatoloni che sembravano delle balle da fieno, gli spaghetti con le polpette dentro ai barattoli... Auspicandoci un futuro migliore, cerchiamo di riconoscere le nostre emozioni, la paura, l'ansiache porta molto spesso alla lamentela e la lamentela è in qualche maniera una tecnica, una tecnica di marketing. Infatti descriverò, partendo dalla lamentela di una persona che ho conosciuto, come si arriva a influenzare le persone, ma... per capire le conclusioni, ovviamente dovrete venire a vedere lo spettacolo! Perché se vi dico tutto adesso, poi dite: "Ah, beh, vedi, ci ha già raccontato tutto, allora resto a casa a mangiare il torrone, eventualmente anche i vincisgrassi se sono delle Marche del sud o le altre tipicità alimentari...".
"Eh, quello è probabile, nel senso che io ogni tanto la faccio spuntare, anche se... Fata Paiella necessita di un costume, un po' difficile da poter mettere lì davanti a tutti! Però, chissà, Fata Paiella potrebbe anche essere una conclusione, ma questo lo sapranno soltanto quelli che saranno presenti al momento finale dello spettacolo!".
Scherzi a parte, hai energia da vendere, ma tu ti fermi mai?
"La verità è che se fai 'sto lavoro, lo fai per una necessità, oltre che per campare. Il fermarsi è però una cosa continua, ma come lo è allo stesso tempo il fatto di continuare a inventare le cose. Io mi fermo in continuazione ed è proprio il fermarmi che mi induce a inventare delle nuove situazioni, delle nuove idee, dei nuovi sapori. Filosoficamente il fermarsi è un vantaggio. Ma se tu intendevi "non ti fermi mai perché stai sempre a inventà le cose", sì, però in realtà mi fermo, perché se no non riesco a inventare niente, se non ti fermi mai sei in una sorta di gorgo degli eventi, ma non capisci cosa dici da solo. Fermarsi è un fatto positivo, quindi fermatevi qualche volta!".
Disegnatore, musicista, showman, autore, attore, conduttore... cosa ti manca che ti piacerebbe fare?
"In realtà niente, nel senso che ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace e di fare cose che mi piacciono. Quindi, cosa mi manca? Mah, potrei dire solo delle banalità... una villa in Sardegna, ma poi per avere la villa in Sardegna vuol dire che devi avere degli introiti ancora più alti e quindi che devi mantenere un ritmo nel fare delle cose che probabilmente non amerei fare... quindi no, diciamo che mi va bene così. Ma quello che vorrei è sicuramente programmi più intelligenti e con più intelligenti, intendo dire più inclusivi. Quindi programmi televisivi, prodotti cinematografici, fiction, si dice così, ma una volta si chiamavano sceneggiati, un po' più interessanti, perché quelli che vengono offerte, molto spesso, sia da Sky che da Netfix, sono cose molto interessanti, che ti tengono incollato. La stessa cosa, secondo me, non la fa la fiction che in qualche modo fatica a stare dietro a questo genere di programmi. Stesso discorso per quello che riguarda il varietà: occorre rischiare un po' di più, occorre avere un pochettino di più di fantasia che se ne vede un po' poca per quanto riguarda certi prodotti che fanno parte del servizio pubblico. Però questo non esclude il fatto che poi c'è tanta gente che ha grandi fantasie e grandi potenzialità. Quello che io dico è impieghiamo più potenzialità, cioè creiamo un mercato più vivo di artisti, non facciamo finta di fare l'arte con gente che non c'entra nulla con l'arte. Facciamo fare l'arte agli artisti e il commercio ai commercianti, i calcoli ai commercialisti, la medicina facciamola fare ai medici, perché purtroppo molto spesso, in questo Paese, siccome siamo costretti un po' tutti ad improvvisare, con l'improvvisazione, uno per paura di perdere pezzi o a volte per paraculaggine, tende a diventare attore, il che potrebbe non essere un male, ma per quanto riguarda i nostri prodotti artistici spesso lo è!".
Hai invitato gli spettatori ad Agugliano, con un dialetto che non è aguglianese, ma un po' fanese...
"Quello che conosco è il dialetto di Ponte Sasso, io c'ho casa malì e quando scendo de sotto, sento la gente che parl a qul mo' e allora... Cosa posso dire? Mantenete le vostre peculiarità, il dialetto è una cosa importante, manteniamo i nostri dialetti, manteniamo le nostre tradizioni, soprattutto le Marche che hanno il vantaggio di essere una regione così bella, così piena di cose da vedere, così piena di natura. Le Marche devono mantenere il loro essere, il loro status, come tutte le altre regioni d'Italia. Quello che dovete fare è semplicemente essere voi stessi e non farvi infinocchiare da chi vi dice che dovreste essere diversi da come la tradizione e la nostra storia ci ha insegnato a essere. Noi siamo un popolo che include le novità, siamo un popolo accogliente e quindi riflettiamo su questo".