Cosimo Gallotta, altro elemento fondamentale della compagnia Teatro a Sudest, con la sua inseparabile chitarra e indossando un'espressione a volte sorridente e sorniona, incarna Diego Rivera il seduttore, oggetto del desiderio e amore di tutta una vita. Appare, scompare e riappare, tra le quinte, come deve aver fatto anche Dieguito nella sua vita accanto a Frida, sempre perso dietro l'ultima modella, in ordine di tempo, l'ultima passione, magari per le bionde.
Tutto il carico di sentimenti di una storia vera, come quella di Frida Kahlo, è lì, adagiato sul palco come i foulard colorati che una Sandra - Frida distribuisce con molta attenzione cromatica sulle assi di legno che sta percorrendo, sugli oggetti, sullo specchio... Frida è al termine della sua breve vita e nonostante tutto è ancora attaccata ad essa con tutta la forza possibile.
Che dire? "Que viva Frida" è uno spettacolo molto interessante, capace di lasciarti addosso quei segni che Frida Kahlo ha portato sul suo corpo e sulla sua anima, a causa di eventi disgraziati, incidenti, a causa e, di certo, per colpa del suo amore tradito e corrisposto solo superficialmente da un uomo vanesio e preso dalle sue attività, dai suoi murales, dalle sue donne. Finalmente un pezzo di teatro di qualità, lontano dai nomi blasonati, dai testi scontati, dai monologhi pesanti e senza movimento. Certo, si potrebbe obiettare che Frida Kahlo è oggi un'artista estremamente alla moda, in realtà è bene tenere presente che il testo di Sandra Cattaneo è arrivato ben prima di questa tendenza generale, sfociata poi in mostre, attenzione e riscoperta della pittrice messicana. E' un testo che dal lontano 2010 viene rappresentato nei teatri italiani, non senza sacrifici, sotto ogni punto di vista, ma anche con grandi soddisfazioni e premi.
Prossimo appuntamento con la compagnia Teatro a Sudest sul territorio marchigiano l'8 aprile al teatro Pergolesi di Jesi. Questa volta non con Frida Kahlo, ma con un altro spettacolo, ugualmente intenso e particolare, "Pane e coraggio", sempre di e con Sandra Cattaneo e Cosimo Gallotta, ma anche con la partecipazione musicale di Maurizio Dehò al violino e Gianpietro Marazza alla fisarmonica. Scenografia e luci di Alessandro Bianco e regia di Sandra Cattaneo.