
"Pur se fanno parte del nostro oggi, purtroppo, non sono queste le donne di cui vogliamo parlare noi - ha dichiarato Eugenia Morosanu - quanto piuttosto vogliamo riportare le donne al loro essere delicate e leggere come un fiore, capaci di dare la vita...".
E il susseguirsi di figure femminili che si è dato il cambio sul palco/parquet della sala danza della Fondazione, non sempre è stato solo scrigno di tesori e sorrisi. Donne guerriere, forti, audaci, anche un po' aggressive, donne capaci di amare con tutte se stesse, come Frida Kahlo, pur non perdendo mai la lucidità mentale, quel rendersi conto di avere di fianco un uomo scarsamente degno di tanta dedizione, perché impegnato più che altro a correre dietro alle gonnelle delle altre e questo nonostante non ci abbia pensato nemmeno un secondo a sposare Frida, salvo poi tradirla con tutte. La complessità delle donne nei passi di danza del Vis Ballet non ha risparmiato vigore, caparbietà, decisione, pur se poi le donne tremano di fronte a un fiore...
Una terza edizione di "Quarta parete 3.0" in cui, ancora una volta, il pubblico disposto tutto intorno alla sala danza della scuola dorica ha svolto davvero il ruolo di muro immaginario davanti agli artisti, partecipando con grande attenzione, in un silenzio spesso quasi irreale nelle intense dichiarazioni di una Stefania/Frida che ha coinvolto direttamente il cuore o in scrosci di applausi che hanno sottolineato ogni performance, dalle coreografie di Loris Petrillo, Debora Barontini e Roberto Doveri, agli inserti di teatro per la regia di Antonio Lovascio.