La sorpresa è vedere, insieme ai ragazzi degli Anni '70 e '80, i giovani di oggi e ancor più sorprendente è stato vederli cantare e agitarsi sulle poltroncine del cineteatro Astra di Castelfidardo, con le canzoni di Ivan Graziani. Ed è così che ti rendi conto che la buona musica non muore mai! Forse loro non sapranno di quella volta (era una sera di Pasqua in un locale che non c'è più) che ha rotto una corda della chitarra che ti è schizzata in faccia non colpendoti per un soffio, forse loro non sanno di quelle spillette blu e rosse con su scritto "Maledette malelingue, benedetto il rock'n'roll" che ti aveva regalato e che conservi gelosamente in una scatola e non sanno un miliardo di altre cose di quel periodo, ma di certo hanno riconosciuto quel suo modo di essere un cantautore diverso da tutti gli altri, che ha fronte di quel solito "triste" giro di chitarra dei cantautori aveva scelto il rock'n'roll per veicolare il suo messaggio. "Fuochi sulla collina" è tutto un ricordo di Ivan Graziani, guidato dalle parole del giornalista Andrea Scanzi e suonato e cantato da Filippo Graziani che a volte, se chiudi gli occhi, è talmente uguale al suo papà da lasciarti senza fiato! "Fuochi sulla collina" è il titolo di questo spettacolo che sta girando l'Italia e che è approdato anche a Castelfidardo, portando ovunque il ricordo di Ivan Graziani, anticonformista, poeta e chitarrista, con quei suoi inconfondibili occhiali dalla montatura rossa e uno strumento fra le mani dal quale era in grado di tirar fuori tutta la musica del mondo. E allora eccole lì le sue canzoni, da "Monna Lisa" a "Pigro", da "E sei così bella" a "Motocross", a "Dada", "Firenze (canzone triste)", tutti i brividi di un passato e di tanti ricordi che suo figlio Filippo ha riportato alla luce intatti e vivi, anche se pensavamo di averli perduti in quel gennaio del '97, quando Ivan Graziani se n'è andato. Tanti ricordi ai quali Andrea Scanzi ha aggiunto la sua sapienza e preparazione con l'analisi dei testi, che ha confrontato con quelli di altri artisti, cantautori soprattutto, con la conoscenza della musica e del mondo che gli ha permesso di sottolineare la modernità e l'estrema attualità di tanti dei "personaggi" cantati da Graziani. Sul palco poche cose per ricordare, due sedie, due bicchieri e una bottiglia, un leggio, la chitarra acustica di Filippo e un'altra, appoggiata a un pannello, di Ivan, così come di Ivan erano i dipinti e la caricatura del discografico proiettata sullo sfondo. Già, perché Urbino e tutto il territorio del Montefeltro, gli entrò nel cuore frequentando l'Università, anzi, direttamente da quando fu ammesso all'Istituto di Arte grafica, perché disegnare gli riusciva ugualmente bene che fare musica, al punto che fu ideatore e creatore di tutte le copertine dei suoi dischi. Uno spettacolo al quale nessuno sembrava voler porre fine, né sul palco, né in platea, ma in fondo è sempre difficile interrompere il filo delle emozioni!
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AutoreGiornalista con una grande voglia di scrivere, anche per rendere giustizia a una professione che per pochi è rimasta una missione di servizio al lettore-cittadino-ascoltatore-telespettatore-utente. E poi sono una voce. Nel senso di speaker. Archivio
Marzo 2023
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