Mito e antichità in mezzo a tanti esempi e alle mille trasformazioni (circa 200 in tutto): il grande artista spagnolo si è cimentato in quadri, sculture, bozzetti, mostrando che prima che essere rivisitazione, metamorfosi, mutazione, alterazione, la sua è Arte. E questo avviene in ogni singola opera, anche per la piccola porzione (cinquanta all'incirca i suoi capolavori) dell'esposizione lombarda. Proprio qui lo si ritrova scultore con lavori e materiali diversissimi tra loro, pittore, con tecniche e colori diversi, anche il bianco e nero del carboncino. E la meraviglia è che Picasso è sempre distinguibile, anzi forse sarebbe proprio meglio utilizzare l'aggettivo "inconfondibile", molto più appropriato quando si parla della sua arte. Come già affermato, a Milano c'è tutto il mito del Minotauro, ma c'è anche l'amore per le donne che in lui non è mai venuto meno, ci sono i "termini di paragone" antichi, quei reperti tra piatti, vasi, statuette che arrivano da un tempo così lontano da aver preceduto la nascita di Cristo di alcuni millenni capaci di costituire un'ispirazione. E Picasso si è cimentato in tutto, con la sua chiave di lettura, con il suo modo di essere artista fra gli artisti, con la sua interpretazione del passato e del suo presente.
Sì, è solo una piccola porzione di tutta la produzione artistica di Picasso, ma è comunque capace di lasciarti senza fiato. Perché nessuno è come lui.